Intermeeting a Sestri Levante tra i Serra Clubs di Genova Pegli, La Spezia, Tigullio – interessante tema: “
LE VOCAZIONI NELL'AFRICA NERA"

 

Domenica 19 maggio, festa dell'Ascensione, a Sestri Levante presso l'Opera Madonnina del Grappa, noto Centro di spiritualità, si è svolto il previsto intermeeting di tre Clubs liguri, Genova Pegli, La Spezia, Tigullio, organizzato da quest'ultimo Club. Erano presenti numerosi Serrani con le Signore e con familiari: tra i partecipanti vari ospiti e vari Serrani del Club 184 di Genova. In una sala dell'auditorium il Presidente del Serra Tigullio Macciò ha aperto il convegno con un ringraziamento a Mons. Ferrari, Vescovo di Chiavari, che poco prima, malgrado gli impegni pastorali, aveva portato il suo saluto ai presenti, segno della sua particolare attenzione verso il Movimento Serra. Ha rivolto quindi parole di benvenuto a tutti.

Dopo aver presentato l'oratore, il padre missionario Bruno Semplicio della Società Missioni Africane SMA, che ha un Seminario Missionario anche a Genova, il Past Presidente Boccoleri ha illustrato i perchè del tema "Le vocazioni nelle Chiese locali dell'Africa nera" sottolineando la necessità di una presa di coscienza sul ruolo delle Chiese del Terzo Mondo e l'importanza del nascere di vocazioni in quelle regioni.

La relazione, attentamente seguita, è stata svolta con riferimento alla situazione dei Paesi sud-sahariani dell'Africa dell'Ovest ed in particolar modo della Costa d'Avorio ed alla Nigeria dove lavora la SMA. Sono seguiti molteplici interventi con approfondimenti di vari punti trattati. Padre Bruno ha poi celebrato la Messa per i Serrani nella Chiesa Santuario della Madonnina del Grappa, soffermandosi nell'omelia sul Serra inteso come servizio. Momento significativo dell'incontro anche il pranzo in chiusura del quale hanno preso la parola il Past Governatore Rizzerio che ha sviluppato alcune considerazioni a completamento del suo intervento al recente Congresso del Distretto 70 di Portovenere (Spezia) ed infine il Presidente del Club di Genova Pegli Robustelli ed il Past Presidente del Club di La Spezia Federici, che hanno sottolineato l'importanza di questi incontri tra i Clubs. Dato l'interesse destato dall'argomento trattato viene riportata una sintesi della relazione tenuta dal Padre Bruno Semplicio.

 

 

Sintesi della relazione "Le vocazioni nell'Africa Nera". La relazione si è articolata su tre punti:

1) Storia dell'impegno missionario per le vocazioni.

Tra i missionari di ieri e di oggi vi sono differenze, ma anche molte cose da cui sono uniti, una costante è l'impegno per la formazione di un clero locale. Molti fondatori di Istituti missionari avvertirono subito questa esigenza. De Bresillac, fondatore della SMA, alla metà del secolo scorso affermava: "i missionari non avranno fatto quasi niente fino a quando non avranno formato un clero indigeno" e ancora "senza un clero locale e numeroso non si produrrà niente di stabile". Anche le encicliche missionarie dei Papi hanno sempre insistito su questo. Un sacerdote locale, anche con limiti umani e cristiani, limiti peraltro di tutti, può fare nel suo paese un lavoro migliore.

Nell' Africa nera dapprima i missionari si dedicarono alla scolarizzazione. Dalle scuole delle missioni sono usciti i primi esponenti della classe dirigente dei vari Paesi giunti poi all'indipendenza. Come pure molti allievi presero la strada del Seminario per diventare sacerdoti (in Costa d'Avorio il primo prete fu ordinato nel 1937). Contemporaneo fu l'impegno per la formazione di suore sia peri vari Istituti fondati dai Vescovi locali. Intenso fu anche l'impegno per trovare dei collaboratori laici per i missionari, poco numerosi, stranieri, e che alle vette non potevano capire sino in fondo l'anima africana. Sono i catechisti, che pur continuando la propria vita, fanno da tramite con la gente dei villaggi raramente visitati dal missionario. Su di loro grava la responsabilità e l'impegno per la liturgia della parola, per la catechesi, per l'assistenza ai malati etc.

Per quanto riguarda le vocazioni consacrate gli inizi furono difficili. Le scelte dei giovani si scontrarono con la mentalità dell'ambiente e con alcuni elementi della cultura locale. L'africano ha un profondo senso della vita e di ogni realtà che la contiene. Di qui l'amore ed il rispetto della natura ed il desiderio di comunicare ad altri la vita. Guai per un africano non aver figli. Così per la donna, che sarà tale solo se madre. È una mentalità che non accetta il celibato e la verginità, che sono stati di vita praticamente inesistenti nelle religioni animiste. C'è poi l'aspetto comunitario: la famiglia si estende nel clan e nella tribù e l'aver figli è elemento fondamentale per contribuire allo sviluppo sociale ed economico del gruppo. I ministri di culto delle religioni locali, poi, salvo nei riti, conducono una vita come gli altri. In passato i giovani dovettero fare i conti con tutti questi elementi tradizionali, non avendo la possibilità di esprimersi contro il parere degli anziani, a meno di abbandonare famiglia e villaggio. Vi furono casi di seminaristi, sacerdoti, suore, che furono avvelenati perchè il villaggio aveva rifiutato la loro scelta.

 

2) La situazione vocazionale oggi.

È migliorata ma permangono problemi difficili a risolversi. Sul piano ecclesiale: le chiese locali sono costituite, alcune sono bene organizzate, altre agli inizi. In Costa d'Avorio qualche diocesi ha 20/30 preti locali, altrettante suore e religiosi; altre appena qual-che sacerdote.

Nelle 10 diocesi della Costa d'Avorio i Vescovi sono tutti africani. Oramai i Vescovi bianchi sono pochissimi. I sacerdoti locali occupano sempre più posti importanti nei seminari, negli uffici di curia etc. I missionari hanno capito ed accolto il nuovo corso e si pongono in una posizione di servizio. Le vocazioni locali ed i ministeri si stanno moltiplicando e c'è un forte desiderio nei chiamati per forme di vita comunitarie. Gli africani sono spesso in condizioni fisiche non buone e muoiono giovani.

Sul piano sociale: le difficoltà dalla cultura tradizionale restano anche se in misura attenuata. La scelta dei giovani può essere influenzata dal sacerdote visto come stato di prestigio e sicurezza e come capo. Questa mentalità fa accettare alla gente senza discussione anche quei Vescovi e preti che conducono un tenore di vita non evangelico. Vi sono poi difficoltà alle vocazioni dovute alla corsa al benessere e al guadagno. Altre difficoltà dovute alla facilità di rapporti tra giovani e ragazze sorgono quando sacerdoti seminaristi e aspiranti suore tornano al villaggio. Nel sistema africano, il giovane che raggiunge una buona posizione deve pensare alla famiglia ed il giovane sacerdote è condizionato da questo e spesso trasferito dal Vescovo. La tolleranza e la libertà in cui convivono in genere le varie religioni e sette crea la convinzione che ogni religione è buona. Materialismo ateismo e indifferenza si oppongono all'impegno religioso, specie nelle zone più progredite influenzate dai mass-media. La ricerca di autenticità africane si traduce in atteggiamenti negativi verso le religioni "importate". Il fatto che vi siano Cardinali, Vescovi, sacerdoti africani con posti di responsabilità è un aiuto contro questa mentalità. La scelta religiosa dei giovani può essere influenzata da un Cattolicesimo visto come religione dei bianchi, di quelli che stanno meglio.

Le condizioni sociali economiche politiche influenzano la situazione vocazionale dei vari Paesi. Dove la Chiesa soffre ed è perseguitata, le vocazioni anche se poche sono più autentiche e sicure.

Per tutti questi motivi i formatori alla vita sacerdotale devono operare con discernimento, preoccupandosi più della qualità che del numero.

 

3) Prospettive

Le chiese del Terzo Mondo, in particolare dell'Africa, sono chiamate a dare un contributo sempre maggiore alla Chiesa Universale, che vedrà nel 2000 il 70% dei cattolici nei loro Paesi. Questo cambiamento di situazione deve portare ad un mutamento di mentalità in Occidente: non siamo più quelli che insegnano e danno, ma anche quelli che ricevono.

Non vi saranno più solamente vocazioni per il Terzo Mondo, ma anche quelle del Terzo Mondo che si prodigheranno per tutta la Chiesa. Ad esempio nella SMA sinora tutto era diretto alla formazione del clero locale, mentre ora vengono accolti membri africani perchè diventino missionari in altri Paesi. Nelle Chiese giovani il ruolo dei laici dovrà essere sempre più importante.

da “il Serrano” N° 28/1985