A cura di F. Baratta, G. Barbieri, A. Coriandolo

 

...duramente perseguitata dal regime sovietico, quasi dimenticata dall'occidente. L'Eparca mons. Vasyly Semenyuk in visita al club e alla Diocesi di Chiavari, porta la testimonianza dei cristiani greco-cattolici d'Ucraina del XX secolo.

 

UOMINI VERI, DALLA PARTE DI CRISTO

"Pronti a morire per Cristo in ogni momento". Cosi Monsignor Vasily Semenyuk, Eparca di Ternopil’ della Chiesa Greco Cattolica di Ucraina ha descritto la vita quotidiana di questi nostri fratelli d'Oriente. al tempo della dominazione sovietica.

La loro storia di fede e di martirio è riecheggiata sulle rive del Tigullio grazie ad una serata promossa dal Serra Club al Villaggio del Ragazzo di San Salvatore di Cogorno seguita il giorno dopo dalla Divina Liturgia celebrata alla Chiesa delle Clarisse di Via Entella Chiavari, celebrazione conclusasi con l'abbraccio tra l'Eparca di Ternopil’ e il nostro Vescovo, Monsignor Alberto Tanasini, ai piedi dell'icona della Madre di Dio.

Nell'incontro conviviale al Villaggio del Ragazzo, l'Eparca di Ternopil’ era accompagnato dal Priore della Comunità Ucraina Ligure Padre Vitaly Tarasenko, dal Segretario e dall'interprete, ma la barriera della lingua si è ben presto sciolta dando vita ad un momento di comunione particolarmente intenso. Non pochi gli occhi lucidi, al momento del congedo, e la consapevolezza di aver vissuto un momento di grazia che non potrà essere presto dimenticato.

La Chiesa greco cattolica i cui fedeli, a motivo della comunione con Roma. venivano spregiativamente chiamati "uniati" (uniti, per l'appunto, a Roma) è stata duramente perseguitata da Stalin e da! regime comunista sovietico per la sua fedeltà al Vangelo e al Papa. Lo stesso Monsignor Semenyuk una figura leggendaria per quei cristiani perseguitati; arrestato e perseguitato anch'egli. seminarista clandestino, poi sacerdote clandestino e infine vescovo Clandestino, ha ordinato ben 16 sacerdoti negli anni bui della repressione: una cifra enorme, in quegli anni nei quali uomini e donne, giovani e anziani, non hanno rinunciato al dono della fede, ben sapendo quello che rischiavano: l'arresto, lunghe notti di spossanti interrogatori, percosse, torture. la perdita del posto di lavoro e della potestà familiare, la deportazione nei Gulag della Siberia dal quale ben pochi facevano ritorno.

L'Eparca ha ricordato molti episodi degli anni del ministero clandestino: ciò che maggiormente ha colpito i presenti è stata la serenità con la quale li esponeva e la capacità di intravedere costantemente la mano della Provvidenza anche in circostanze completamente ostili, come la volta in cui, per sfuggire agli sgherri del regime comunista tentò di fuggire dalla Finestra: "Mi afferrarono per il collo e solo dopo mi sono accorto che eravamo al terzo piano - ha raccontato l'Eparca - Avevo rischiato di volare di sotto e in quel momento ho pensato che la Provvidenza aveva disposto che io avessi salva la vita".

Vasily Semenyuk e altri cristiani coraggiosi continuavano a vivere nella Verità e la loro Fedeltà al Vangelo di Cristo li portava a celebrare Messa di nascosto nei boschi. Ha ricordato Monsignor Semenyuk: "Spesso il mio altare era un tronco d'albero tagliato a metà". Quel legno troncato a metà divenuto tabernacolo di Gesù Eucaristia, è stato il germoglio dei cristiani ucraini del XXI secolo.

Lo conferma il fatto, riferito da Monsignor Semenyuk, che alcuni funzionari del regime comunista sovietico, impressionati dalla testimonianza fede di questi cristiani, hanno chiesto ai sacerdoti della Chiesa Greco Cattolica Ucraina di battezzare i loro figli: "Vorremmo che anche loro - spiegavano - divenissero uomini veri, come siete voi".

 

FEDELI A CRISTO, GUARDANDO MARIA

L’abbraccio della Diocesi di Chiavari e del Vescovo Monsignor Alberto Tanasini

Nella Chiesa delle Clarisse di Chiavari, Monsignor Vasyly Semenyuk ha celebrato la Divina Liturgia per la Solennità di San Giosafat. Vescovo e Martire della Chiesa Greco Cattolica, presente nel martirologio romano.

Moltissimi fedeli ucraini e italiani hanno preso parte alla funzione, apertasi con il Rito di Accoglienza del Vescovo, celebrato all'esterno e animato dai suggestivi carni liturgici bizantini del Coro della Comunità Ucraina del Tigullio.

Nell'omelia Monsignor Semenyuk ha esortato tutti ad avere Fiducia nella Provvidenza e nella Madre di Dio. che “ci è sempre accanto e intercede presso Suo Figlio, è la madre di tutti e non lascia nessuno". A questo proposito l’Eparca di Ternopil’ ha riferito un episodio realmente accaduto, quello di una madre disperata per la fame che non aveva cibo per i tigli e per questo voleva suicidarsi nel fiume. Lungo la strada è passata accanto ad una chiesa e, attraverso la finestra aperta. ha intravisto l'icona della Madre dì Dio. Non ha potuto non entrare e ha confidato tutto il suo dolore in una preghiera alla Madre di Dio. Sembrava che lo sguardo della Madre di Dio valesse dirle "non farlo". Rinunciando all'insano proposito. uscita di chiesa, ha trovato un fazzoletto con all'interno varie banconote. Ha cercato il legittimo proprietario, senza trovarlo. Rientrata a casa ha detto ai suoi Figli: Guardate alla Madre di Dio, è lei che ci ha salvati. "Lo racconto a voi - ha concluso Monsignor Semenyuk -perché mi è stato chiesto di' raccontarlo".

Al termine della Divina Liturgia è arrivato Monsignor Tanasini, accolto dal canto augurale “Mnogaia Lità" (letteralmente molte primavere. cioè molti anni, traduzione del latino Ad Multos Annos) al quale l’Eparca di Ternopil’ ha regalato un quadro della Madre di Dio di Garvanitsa, (veneratissima dagli Ucraini, il cui santuario è stato inserito dal Servo di Dio Giovanni Paolo II nel novero dei principali santuari mariani di Europa), invitando il nostro vescovo a visitare quei santuario.

Momenti di commozione molto forti. per tutti, italiani e ucraini, quando i due presuli, insieme, hanno intonato un canto di ringraziamento alla Madre di Dio e, sempre insieme, hanno benedetto i fedeli.

Subito dopo i prelati ucraini, accompagnati dagli amici italiani, si sono recati in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Montallegro per la celebrazione del Canto dell’Akathistos, in lode della Madre di Dio.